I
FONDAMENTI DELL'AGRICOLTURA BIODINAMICA
26 gennaio 2006 di Xavier Florin - Traduzione
di Cristina Marello
Le sostanze impiegate
dall’industria sono costituite da matrice morta proveniente dal
regno minerale. L’agricoltura invece opera con la vita e con gli
esseri viventi. Chi opera in agricoltura deve sentire questa forza e imparare
a riconoscere che questa forza è la Vita.
L’umanità della nostra epoca pensa la vita nell’immagine
della mela che cade dall’albero. Ma la Vita è espressa invece
dalla mela che “sale” nell’albero.
In effetti, il modo di pensare moderno si fonda sui principi di una scienza
meccanicista propria del mondo minerale e che studia quindi qualcosa di
morto, di inerte.
L’intelligenza si è progressivamente fatta più materiale
e meccanicista. Si può anzi dire che L’Intelligenza è
morta per lasciare il posto all’intelletto (intell-ectus) che pensa
solo a ciò che “è fatto”, a ciò che è
finito ed è invece incapace di osservare quello che “si fa”,
il divenire.
Questa scienza meccanicista studia la materia inerte attraverso la fisica,
la chimica, la meccanica e si muove in un ambito dove tutto può
essere pesato, misurato, calcolato e analizzato. E’ un modo di conoscere
il mondo limitato a quei fenomeni che sono ripetibili a piacimento. Tutto
ciò che la scienza studia e analizza è interamente materiale,
“naturato”. Il prodotto finale che si origina dal processo
“naturante” viene considerato separatamente dal principio
agente che lo ha originato. Questo modo di percepire il mondo ben si esprime
nell’immagine della mela che cade dall’albero e che entra
nel dominio della materia morta.
A partire da questa concezione puramente spaziale del mondo, si può
capire perché gli scienziati moderni riducano la ricerca alla mera
analisi quantitativa dove tutto deve essere misurabile e quantificabile.
Si tratta infine di “autopsie” degli organismi osservati per
capirne la struttura e le molecole ma non l’aspetto “naturante”,
il piano creativo. E’ un modo di vedere “microscopico”
concentrato sulle spoglie degli organismi viventi, su ciò che “è
fatto”, su ciò che è morto.
A partire da questo è anche comprensibile perché nella nostra
epoca si cada nell’errore fondamentale di cercare la soluzione dei
problemi a partire dalla fine, dal particolare. Come cercare alla foce
del fiume, cercare tra virus e batteri senza occuparsi di ciò che
accade a monte, gli affluenti, la sorgente, l’inquinamento e tutto
ciò che accade al fiume stesso lungo il suo corso.
In tutto questo analizzare e calcolare si perde di vista la mela “che
sale” nell’albero, le forze agenti che creano, plasmano e
sviluppano, la scienza meccanicista non si interessa al principio generante.
Ma che cos’è dunque questo frutto? Una sorsata di Vita, tempo
condensato in uno spazio definito, la miniatura estrema dell’Universo
intero. Frutto che si sviluppa nello spazio secondo la geometria euclidea:
di punto in punto, di piano in piano, di linea in linea irradiando in
tutte le direzioni verso la periferia, verso l’infinito.
Chiediamoci come un fiore, sotto l’impulso delle forze cosmiche,
possa crescere, svilupparsi e dischiudersi senza esplodere. Se non esistesse
che l’effetto della materia e delle forze spaziali e delle leggi
fisiche l’intero universo esploderebbe. Ma non è così.
La risposta a questo quesito risale al XIX secolo e va attribuita a due
matematici francesi che scoprirono il Principio della Dualità.
Dalla terra sorgono le piante, spinte verso l’alto e portate a espandersi
in ogni direzione, in contrapposizione c’è una forza discendente
dal cielo che frena questa espansione ed è pertanto definita come
forza anti-spaziale. Questa forza plasmatrice invisibile giunge sulla
Terra veicolata dalla luce e discende nella pianta attraverso le foglie
e permane e agisce all’interno e su di essa per tramite della clorofilla.
La forza che spinge dal basso e l’energia che discende dal cielo
sono polarità opposte di un fenomeno che non può essere
misurato, né pesato né calcolato. La salute delle piante
scaturisce dall’equilibrio tra queste due energie e le malattie
sono invece la manifestazione sul piano materiale di una disarmonia. Scopo
dei preparati biodinamici è quello di riportare equilibrio dove
questo è andato perduto.
Ciò che sfugge alla scienza meccanicista della nostra epoca è
l’influenza che le forze celesti hanno sul piano materiale: il Cielo
e i suoi pianeti sono Viventi proprio come insegnano gli Antichi e come
ha riconosciuto anche Keplero, fondatore della moderna Astronomia.
Ciò che insegna l’Agricoltura Biodinamica è una visione
più ampia di quello che è il regno della Vita, vedere negli
organismi che popolano la terra non più solo chimica ma alchimia.
Certamente un nuovo modo di intendere la professione dell’agricoltore.
Precursore di questa nuova visione scientifica del mondo è Rudolf
Steiner, fondatore dell’Università del Goetheanum, la scienza
della vita. Ampliamento dei confini della scienza a tutto ciò che
concerne la Vita stessa.
Un viaggio che ci porta da Newton e della mela che cade dall’albero
a Goethe a alla mela che sale nell’albero.
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