LIMACCE
(Arion sp.p)
15 ottobre 2009 a cura di Cristina Marello
Si tratta di molluschi gasteropodi
privi di conchiglia, mentre per gli esemplari dotati di guscio si impiega
invece il termine di chiocciola.
Le limacce, o lumaconi, sono estremamente voraci e, stimolati dall’umidità
e dalla pioggia, possono causare notevoli danni alle colture ortive.
In orticoltura professionale convenzionale si impiegano geodisinfestanti
ed esche contenenti carbammati oppure ossaciclottani (metaldeide). Anche
la vecchia calciocianamide è stata impiegata ( e lo è tuttora)
in tal senso: la sottile polvere scura è altamente ustionante nei
confronti dei tessuti delicati della limaccia che, venendone a contatto,
viene portata rapidamente a morte.
In agricoltura biologica resta valido l’impiego di fosfato ferrico:
si tratta di una sostanza minerale che si trova presente in natura nella
frazione minerale di moltissimi suoli e rocce in tutto il mondo. Ha un
meccanismo d’azione piuttosto selettivo nei confronti dei molluschi.
Agisce a livello del metabolismo del calcio, provoca un blocco nell’alimentazione
nel giro di poche ore dall’assunzione, in tal modo, anche se la
morte avviene in un periodo di tempo più lungo, il danno alle colture
è contenuto, con effetto pressoché immediato dal momento
della somministrazione del prodotto. Poiché non agisce provocando
disidratazione dei molluschi, l’elevata umidità del microclima
non riduce l’efficacia anzi, l’umidità provoca il rigonfiamento
dei granuli che, così ammorbiditi sono maggiormente appetibili
per le limacce. Il fosfato ferrico ha una solubilità molto scarsa:
il rischio di dilavamento a causa di piogge o irrigazioni abbondanti dopo
la somministrazione è limitato. Per lo stesso motivo, unitamente
alle quantità ridotte che se ne distribuiscono, non ha effetti
collaterali fertilizzanti significativi. Va distribuito preferibilmente
la sera quando le limacce iniziano l’attività trofica notturna.
Poiché le limacce amano l’umidità e hanno attività
crepuscolare e notturna, in tal senso può accadere che la pacciamatura
con telo plastico ne stimoli l’attività. Se però si
effettua una pacciamatura con materiali alternativi si possono ottenere
interessanti risultati: aghi di pino e fronde di conifere in genere, equiseto,
felce volgare e sambuco disturbano gli spostamenti delle limacce. E’
il caso di ricordare a questo punto che la pacciamatura verde comporta
davvero una serie di notevoli vantaggi e il contenimento degli attacchi
di limacce è solo uno dei tanti.
Spolverare il terreno attorno alle pianticelle con sabbia, segatura, cenere
di legna, gusci d’uovo sbriciolati, serve a disturbare i molluschi
nella ricerca del pabulum costituendo una barriera di protezione di tipo
fisico. Si tratta ovviamente di accorgimenti che vanno periodicamente
rinnovati in quanto mantengono la loro efficacia per tempi molto brevi.
Esistono poi vari accorgimenti casalinghi per approntare trappole alimentari:
barattoli e bicchieri di plastica da riempire di birra fino a metà:
le limacce sono attratte dal liquido e finiscono per annegarci dentro.
Timo e piante aromatiche in genere hanno un effetto repellente, così
come la preparazione di tisane e decotti a partire da loro foglie e fiori,
da irrorare sulle colture agrarie: ciò interferisce sulla ricerca
della pianta ospite da parte dei parassiti.
Per chi ha dimestichezza con l’agricoltura biodinamica si può
notare come gli attacchi di limacce siano anche influenzati dal ritmo
celeste, con attacchi più violenti in concomitanza con il passaggio
di Marte nell costellazioni che compongono il trigono d’acqua, Pesci,
Cancro e Scorpione (da “Orto e giardino per la salute del corpo
e dello spirito” di Maria Thun). Molto efficace è la nebulizzazione
del 501 così come il macerato di lumache, da spruzzarsi poi sulle
aiuole e lungo i bordi esterni.
Ricordiamoci infine degli amici dell’orto: bisce, ricci, coleotteri
carabidi e lampiridi, rospi. I volatili di bassa corte ne fanno scorpacciata,
peccato che calpestino, razzolino e non disdegnino di assaggiare anch’esse
le nostre insalate, con l’eccezione della faraona che, seppure a
volte di carattere non proprio amabile, nei campi è meno devastante
di un’anatra.
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