IL
RAVANELLO (Raphanus sativum L.) Quest’ortaggio,
di origine asiatica, viene coltivato per le radici eduli. Esistono un
ampio panorama varietale con radice di diverso colore, forma e grandezza.
In Italia si consuma esclusivamente crudo ma esistono anche tradizioni
culinarie differenti che ne prevedono la cottura. Non particolarmente
digeribile, a volte piccante, la radice è molto ricca in ferro
e Vitamina C, il daikon contiene un alto livello in potassio e pare avere
proprietà benefiche sulla flora intestinale. Si tratta di una annuale,
con ciclo colturale molto breve, in circa 4-5 settimane dalla semina si
ha il raccolto. Occorrono invece circa tre mesi per la fioritura, il frutto
del ravanello è una siliqua. Le foglie del ravanello sono piccole
e lobate, ricoperte di peluria che comunque non disturba eccessivamente
altica e limacce che possono infestare la coltura. La situazione pedologica
ottimale è rappresentata da terreni soffici e leggeri che consentano
alla radice una più facile crescita, non sfrutta bene la sostanza
organica fresca, a differenza di altre crocifere coltivate per il consumo
della parte aerea. Germina a temperature piuttosto basse perciò
si può seminare precocemente, già a fine febbraio, ciò
vale anche nelle regioni del nord-Italia in tunnel. Si può seminare
sia a spaglio, sia a file distanti almeno 7-8 cm. In entrambi i casi è
di solito consigliabile eseguire un diradamento successivo per consentire
l’ingrossamento regolare delle radici. E’ una pianta che sfrutta
bene l’irrigazione, addirittura la carenza idrica provoca un forte
scadimento qualitativo poiché si ottengono radici legnose e amare.
Vista la brevità del ciclo è una coltura facile da consociare
con altri ortaggi a ciclo più lungo. La pacciamatura verde mantiene
più fresco il suolo ma aumenta i rischi di danneggiamento delle
radici da parte di larve terricole e limacce.
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