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IL TARLO ASIATICO (Anoplophora Chinensis)
5 settembre 2008 a cura di Michele Baio

Il tarlo asiatico o Cerambide dalle lunghe antenne è un coleottero della famiglia delle Cerambydae originario dell’Asia dove, nella sola Cina, ha causato negli ultimi anni l’abbattimento di 50.000.000. d’alberi di agrumi.
la diffusione di questo insetto è in atto probabilmente su scala globale, nella città di Montreal (Canada), negli ultimi 2 anni sono stati abbattuti 12.000 alberi.

In Italia, la prima segnalazione risale all’anno 2000 a Parabiago, comune dell’hinterland Milanese , dove l’infestazione pare sia dovuta a materiale vegetale d’importazione, in particolare piante bonsai.
AD oggi, in Lombardia, il tarlo asiatico ha già causato milioni di Euro di danni, attacca circa venti specie d’alberi tra cui Aceri, Faggi, Betulle, Carpini, Ippocastani, Ontani, Noccioli, Platani, Meli e
Peri. Progressivamente, l’infestazione si è diffusa dalla provincia di Milano a quelle di Varese e Brescia, risale ad un mese fa la segnalazione di piante colpite in Lazio, la regione Emilia Romagna è in stato d’allarme, è facilmente capibile la difficoltà del controllare un’infestazione del genere, e le molte occasioni di diffusione che ha il tarlo, con nuovi arrivi di materiale infetto dall’Asia e con l’accendersi di nuovi focolai in diverse parti della penisola.
La regione Lombardia ha intrapreso da tempo una massiccia lotta al tarlo, abbattendo, triturando, e bruciando gli alberi colpiti, al momento, l’unica misura evidente di contrasto, sono in atto anche una serie d’interventi con prodotti chimici atti all’uccidere l’insetto, anche qui appare evidente la difficoltà del riuscire ad uccidere un insetto che scava nel tronco e nelle radici per 1/2 anni sottoforma di larva e pupa dopo di che esce all’aperto, apre le ali e va avanti con il suo lavoro di distruzione infestando altri alberi . Dal punto di vista dell’agricoltura biodinamica, il tarlo asiatico è un insetto puramente distruttore, difatti passa 1/2 anni nel tronco a distruggere poi si tramuta e vive il tempo di riprodursi e deporre le uova (40 giorni) poi muore, la sua vita è interamente votata al distruggere. Il compito degli insetti distruttori in natura è quello, oggi come da sempre, di eliminare le piante malate consentendo solo alle più forti di riprodursi, con questa selezione naturale si perpetuano al meglio le migliori virtù delle varie specie nelle generazioni successive.
Da questo punto di vista è facile capire il perchè gli alberi più attaccati dal tarlo sono quelli che vivono nelle città o in punti ecologicamente non consoni al loro vivere sani, dalle mappe elaborate dalla regione Lombardia sulle infestazioni rilevate è facile vedere come una gran parte della provincia nord di Milano sia colpita dall’infestazione e come nella provincia di Lecco non siano ancora stati segnalati casi di infestazione, eppure tra Milano e Lecco c’è una distanza di 60 km e la provincia di Lecco è infinitamente piu’ ricca d’alberi quindi, di logica dovrebbe essere più colpita del Milanese, invece ciò non accade, la spiegazione è nella gran differenza tra le due zone, Milano è ormai, di fatto, una megalopoli che copre 30 km d’estensione in pratica tutta edificata a parte i parchi cittadini e spazi verdi anche grandi, persino coltivazioni, ma inglobati nella città.
Dove finisce l’edificazione continua di Milano (Usmate) inizia la provincia di Lecco, sempre molto densamente popolata ma con molti parchi di grossa estensione e grandi fasce boschive, gli alberi vivono in condizioni ecologicamente più consone e non si ammalano, di conseguenza non vengono
attaccate dal tarlo, ciò non ci mette al sicuro dal fatto che una volta distrutti gli alberi malati, i tarl rivolgano la loro attenzione a quelli sani.
L’agricoltura biodinamica ci da come mezzo di controllo degli insetti la metodica delle ceneri, tale metodica impedisce all’insetto di riprodursi, fondamentale è l’eseguire l’incenerimento nel giusto momento che nel caso del tarlo asiatico deve essere determinato, stiamo proponendo alla regione Lombardia una sperimentazione sul controllo e speriamo, eliminazione dell’insetto.
Per essere veramente efficace la metodica deve essere applicata in tutte le zone colpite e nelle zone limitrofe onde evitare che gli insetti scacciati, riparino dal vicino, in ugual misura è ovvio che eliminare il tarlo e mantenere le piante nelle stesse condizioni di malattia preclude ad una successiva infestazione di altri insetti distruttori magari peggio del tarlo.

Tutte le informazioni e i dati citati sono reperibili e ampliabili nel sito della regione Lombardia dove è possibile visionare molte foto del tarlo e le mappe delle infestazioni, invito i leggenti a visionare le foto e segnalare alla regione infestazioni anche di piccola entità sopratutto se rilevate in Lombardia, Lazio o Emilia Romagna

 

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